lunedì 20 ottobre 2008

La mia banca è uguale alle altre

Ma chi l'ha detto che il compito delle banche è di sostenere l'economia???

Zio Paperone
Il compito delle banche è di fare soldi.
Prestare soldi per ottenere indietro una cifra maggiore.
Farsi dare i soldi dai risparmiatori per investirli e fare la cresta sul rendimento di questi investimenti.
Acquisire ed amministrare beni (mobili o immobili) che aumentino nel tempo il loro valore.
Scaricare su altri le proprie perdite.
Niente etica, solo profitto. L'unico metro di giudizio è il denaro.

Lo scopo delle banche (che poi è lo scopo intrinseco del capitalismo) è di succhiare TUTTI i soldi DI TUTTI e così dominare la società.
In realtà già la dominano, visto che, quando fanno qualche cazzata e si mettono nei guai, ci pensa "la collettività" a tappare le falle e risanare le perdite. Se le banche vanno in crisi ci pensano i governi ad intervenire per calmierare la situazione.
Ma con che soldi agiscono i governi?
Mica quelli delle banche: è proprio per difenderli che scendono in campo i governi. E nemmeno quelli dei banchieri: i loro beni privati stanno molto al sicuro, ci mancherebbe!
No, si usano i soldi dello stato, cioè dei cittadini, cioè di coloro che già normalmente non contano niente.
E con che intenti agiscono i governi?
Mica di scalzare i banchieri approfittatori dalle loro poltrone e sostituirli con degli amministratori onesti e corretti. Per carità!
No, usano i soldi dei cittadini per tappare i buchi dei banchieri senza prendergli una lira e mantenendoli al loro posto, permettendo loro in questo modo di creare altri buchi.

Una volta, quando ero giovane, il criterio del conto corrente era: "Io metto i miei soldi in banca, invece che sotto al mattone, perché la banca è golosa di soldi (da reimpiegare in vari modi) ed infatti mi ci paga sopra degli interessi". Era il cittadino che faceva il prestito alla banca per ottenerne un utile.
Ora funziona al contrario: il conto corrente è un "servizio", perché ci consente di avere l'accredito dello stipendio senza andare di persona a versare l'assegno (cioè, comunque, versare i nostri soldi in banca), ci consente di fare bonifici (a pagamento), di avere bancomat e carta di credito (a pagamento). E di conseguenza, è a pagamento anche lo stesso conto, visto che è un servizio che ci viene offerto e non un favore che noi facciamo a loro. Ed i tassi di interesse del conto corrente ormai sono a zero o a livelli assolutamente ridicoli che non riescono nemmeno a ripagare i costi di gestione del conto stesso (e sennò che senso ha far pagare dei costi, se poi con gli interessi si ripagano da soli?!?!?)

Ma se tutti i risparmiatori togliessero i soldi dai conti correnti, dalle azioni, dalle obbligazioni non statali, che cosa succederebbe? Che tutto il castello costruito dalle banche sui nostri soldi crollerebbe miseramente.
Verrebbe voglia di farlo!
Una anteprima la possiamo vedere nei periodi di crisi come in questi giorni, in cui i risparmiatori si spaventano e cominciano a scappare come topi dalle varie navi che si teme possano affondare. Ci si rifugia nei BOT o nei "pronti contro termine" perché non ci si fida più nemmeno delle obbligazioni delle banche (la cui scadenza annuale o biennale è troppo lunga rispetto alle paure di crack finanziari e fallimenti degli istituti di credito).


La fregatura è che le banche sono talmente importanti che, se crollano loro, poi crolla tutto il sistema!
Lo stato non può andare avanti senza le coperture delle banche. L'industria men che meno. Quindi ci ritroveremmo di punto in bianco tutti a culo scoperto.
Senza contare il fatto che comunque le banche non sono capaci di restituirci indietro i nostri soldi, perché li hanno già riutilizzati da qualche altra parte. Se tutti noi svuotassimo i conti, solo i primi riuscirebbero ad avere i loro soldi. Gli altri resterebbero a secco insieme alle banche.

E’ un confronto impari fa uno sciame di topolini ed un branco di elefanti: i topolini possono anche spaventare qualche elefante, ma se il branco si imbizzarrisce e comincia a correre, i topi fanno... la fine del topo!


Mentre sto qui che mi macero nell’ansia per il futuro, vi consiglio una lettura interessante: "Q" di Luther Blissett, un romanzo che non tratta di analisi economico-finanziarie ma che parla del ruolo dei poveri, del popolo, nel corso di una stagione eccezionale che comincia con la riforma protestante e finisce qualche decennio più tardi (siamo nella prima metà del 1500).
Il protagonista è un miserabile come tanti, che ha la fortuna e la sfortuna di sopravvivere sempre a tutti i fatti cruenti in cui si trova inesorabilmente calamitato (dalla volontà degli autori di ficcarlo in tutti i focolai di rivolta che si sono manifestati in Europa in quegli anni).
E' uno splendido romanzo, bello da leggere e molto edificante. Parla anche delle banche nel loro periodo di giovinezza, quando cominciavano a finanziare i re che volevano andare in guerra e quindi riuscivano a comandarli a bacchetta minacciando di revocare i prestiti. I re, dal canto loro, ogni tanto imprigionavano e giustiziavano qualche banchiere, tanto per non dovergli più restituire i soldi che gli dovevano, ma la cosa non giovava alla reciproca fiducia con gli altri banchieri.

Sono più di 500 anni che ci facciamo prendere per il naso (e per il collo) dai banchieri.
Non sarebbe bello smetterla?



Nota a posteriori: avevo scritto questo intervento alcuni giorni fa, poi ho fatto il pigro e non l’ho postato. Ieri sera ho guardato Rai3 ed ho ascoltato dalla voce di Luciana Littizzetto e dei giornalisti di Report tutto quello che ho scritto e molto di più, a parte il consiglio di lettura. Vabbè, non è che mi posso mettere in competizione con i professionisti! :-)
Il concetto principale esposto da Lucianina è: “Lo stato siamo noi. Se lo stato aiuta le banche con i propri soldi, vuol dire che NOI diamo alle banche i NOSTRI soldi per permettere alle banche di continuare a prenderci per il collo.” Più chiaro di così…
La puntata di Report, invece, per chi non l’avesse vista o volesse rivederla, la trovate qui: testo e video.

4 commenti:

Anonimo ha detto...

mettiamo i puntini sulle f :D
1) le banke nascono per favorire gli investimenti. senza di esse saremmo ancora a zappare i conti con una vanga rotta
2) i pronti contro termine cosi' come le obbligazioni sono solo piu' "sicure", ma non esenti da fallimento
3)hai ragione, ke lo stato risollevi le banke e' ridicolo, ma anke gli aiuti all'editoria, alle automobili, ai produttori di latte ad alitalia (ke zeus li strafulmini)
gli aiuti di stato o si fanno, o no. questo e' un problema politico, non economico.
4)i c/c sono variegati, alcuni costano, altri no. alcuni hanno dei servizi altri no. personalmente trovo la disponibilita' odierna piuttosto variegata, a cercare si trovano ottimi conti.
5) l'unico modo serio per far fallire una banca e' prelevare soldi allo sportello, questo era un segreto svariati anni fa(alcuni bankieri lo negavano quando piccolo e ingenuo kiedevo conferma) ora lo sanno tutti. e' un bene? non lo so. cmq i correntisti stanno tranquilli, i fondi bancari garantscono fino a 103k euro i nostri soldini e lo stato (sempre noi) il resto. come a dire ke se uno ha un sacco di soldi sul c/c e li perde dobbiamo rifare la colletta noi poveracci.
6) bankieri onesti non ne conosco. ne conosco di bravi, ma di onesti non credo proprio...:(((
7) coem azionista di banke, e di tutto il malnato sistema ke sta scomparendo con un sonoro puff, mi scuso se sono stato polemico e stizzito, ma se ne dicono troppe da tutte le parti, e non tutti ragionano in maniera critica come il buon lysantropo, ma sparano cazz.te a zero. e io mi inkakkio. :D

Lys ha detto...

Ciao Zio! :-)

I puntini mettiamoli pure sulle U, che mi stanno simpatiche.

Concordo con quasi tutto quello che hai detto. Però aggiungo una parola sui punti 1 e 4.

1) Le banche non nascono affatto per favorire gli investimenti. Le banche nascono (nacquero) perché c'era bisogno di facilitare gli spostamenti di capitale senza attraversare le montagne con le proverbiali casse di dobloni. Sono nate quindi per permettere ai ricchi di fare i loro affari senza portarsi i soldi dietro (come si fa oggi con la carta di credito).
Tutto ciò può in effetti favorire gli investimenti e anche, volendo, sostenere l'economia. Ma resta il fatto fondamentale che i banchieri lo fanno solo ed esclusivamente per ricavarne un UTILE. Non hanno altri motivi. L'utile è il solo metro di giudizio. Ed è necessariamente un COSTO per il cliente. Quello che ci guadagna la banca, qualcun altro ce lo deve rimettere.

4) Esisteranno anche i conti correnti che costano poco, con zero spese se fai tutto online, ma rimane il concetto di fondo: nessuno più ti propone un c/c dicendoti "prestami i tuoi soldi che mi fanno comodo, in cambio ti dò un interesse". Oggi tutti ti dicono "metti i tuoi soldi da me, ti offro un servizio e te lo faccio pagare". A meno di prendere in considerazione Conto Arancio ed altre iniziative del genere che hanno un approccio un po' diverso, più simile a quello di una volta: "dammi i tuoi soldi che per qualche mese ti dò un interesse appena superiore ai BOT", senza sapere poi che fine farà quell'interesse alla fine della promozione.


Grazie comunque per aver detto che ragiono in maniera critica. E' un gran bel complimento! ;-)

Anonimo ha detto...

concordo anke io al tuo concordare, e aggiungo ke il grosso del problema e' nato con l'ottica di "breve periodo". un tempo le banke avevano interesse a fidelizzare il cliente e a trattarlo bene. se il cliente non piu' pagare, non ci guadagna nemmeno la manca...l'unica ke la pensa cosi' e' mediolanum, anke se mi sta sui maroni ennio doris...:(

Lys ha detto...

Ma davvero Mediolanum è la "banca circolare" "intorno a te"?????
Non ci ho mai creduto... dici che davvero ti seguono con affetto e premura come raccontano negli spot?