venerdì 19 marzo 2010

Fuga di cuori

Una persona che conosco vive nel Regno Unito da molti anni e fa l'insegnante.
Parlando del più e del meno è capitato spesso che manifestasse ammirazione per il nostro beneamato presidente del consiglio. Insomma, è una di quelle persone che appoggiano Berlusconi e lo votano (o voterebbero, se fossero in condizioni di farlo: non le ho mai chiesto se abbia ancora la cittadinanza italiana e se partecipi al voto).

Intenzionalmente evito di infognarmi in diatribe sul suddetto soggetto, visto che non frequento questa persona da molti anni e che i nostri sporadici contatti non lasciano spazio per questo tipo di querelles. Meglio conservare il rapporto, per quanto episodico e superficiale possa essere, che non mettersi a litigare scioccamente sulle proprie opposte idee politiche.

Però ultimamente la BBC ha mandato in onda uno speciale su B. Un suo amico inglese, dopo averlo visto, le ha scritto queste parole (da me pedestramente tradotte) e lei le ha girate ad un gruppetto di amici di cui faccio parte:

"Sono contento che ti sia divertita a Cuba e sono sicuro che sia il Che che Fidel sarebbero veramente fieri dei successi di Berlusconi.
Nessun italiano pagherebbe una tassa che può evitare o rinuncerebbe alla possibilità di andare a letto con belle signore con molte tette e niente cervello, quindi posso perdonargli questi difetti. D'altra parte quello che ammiro di più è la sua capacità di fare una legge, dopo aver fatto qualcosa di illegale, che lo rende legale. Fantastico.
Hanno mostrato il suo svenimento mentre teneva un comizio? Era una misera prova di recitazione, ma gli ha comunque permesso di uscire dall'ennesimo carico di accuse di corruzione.
E' un grande!"

Sono girati ovvi commenti di consenso da parte di noi bolscevichi irriducibili cisalpini. Uno di questi le chiedeva in particolare come facesse LEI, nota simpatizzante del leader del partito dell'amore, a non pensare le stesse cose.
Questa signora (alla nostra età ci possiamo permettere certi epiteti) ha dato una risposta che mi ha sinceramente commosso e che voglio condividere con voi. Dopotutto nessuno di noi è un algido cristallo di rocca, scevro da difetti o dubbi o compromessi. Ciascuno di noi, credo, ha dei momenti in cui si chiede se le proprie convinzioni siano saldamente fondate o comunque ha anche solo degli attimi di sbandamento rispetto alle proprie posizioni abituali, che magari durano un attimo, ma testimoniano di quanto siamo umani, nel bene e nel male.
Ecco la sua risposta:

"Mah, non ti do torto... specialmente ora che, tornata da Cuba, mi becchi in un momento di debolezza politica...
Il fatto forse è che, proprio perché sono lontana dall'Italia da più di 10 anni, non ho un'idea precisa di cosa possa voler dire vivere con Berlusconi come premier e alla fine mi interessa di più quello che succede qui perché si relaziona con tutto quello che ho e sono (ormai in Italia c'e' solo la mamma e la sua casa, il mio resto e' qui).
Vengo spesso in Italia ma sempre in vacanza e vado al mare o a far girate. Mi faccio una scorpacciata di pizza e pasta, mi godo il sole e riparto.

E come si fa però a tornare per sempre?
Quando qui 10 anni fa mi hanno pagato un Master in Educazione (a me!) e stipendiato mentre lo facevo. Dove 6 anni fa mi hanno dato a perdere 50000 sterline (a me!) per comprarmi la casa che volevo solo perché sono un'insegnante di scuola statale. Soldi su cui non pago nulla e che non dovrò mai rendere se non quando deciderò di cambiare lavoro e in quel caso avrò due anni per ripensarci.

Come si fa a tornare? Quando qui per aprire un conto in banca vai lì e non ti chiedono ne' carta d'identità (che non esiste) ne' residenza (che non esiste perché la residenza è dove dormi in quel periodo). E quando vai a pagare la Council tax mensile se gli dici "questo mese non ho soldi", loro rispondono: "Non si preoccupi, non la paghi. Le va bene se gliela scorporo nei restanti mesi?"

Come faccio? Quando lo scorso mese mi lamentai col preside perché cominciavo a trovare il mio lavoro noioso, lui tranquillo mi risponde che tutti hanno diritto a ricrearsi all'interno della struttura e sentirsi valorizzati. Con l'effetto che mi propone seduta stante la leadership di un progetto di links tra scuole in tutto il mondo per la quale parto a maggio per Trinidad e Tobago e a giugno per Madrid pagata per visitare delle scuole. Come si fa?

Guarda che non è facile vivere da emigrante, andar via per realizzarti è duro. l'Italia manca. Ma manca un'Italia che si avvicina sempre di più a cose tipo la canzone di Toto Cutugno o Mino Reitano. Che tristezza. Da qui i miei errori, forse, se tali."

Leggendo queste parole, per un attimo ho avuto un flash: un trip mentale in cui vivevo in un'Italia dove in parlamento non ci sono politici corrotti e inciuciatori, dove gli appalti costano il giusto, dove i soldi dei cittadini vengono spesi in maniera sufficientemente oculata, dove la qualità della vita finalmente può riprendere il volo, liberata dalle decine di migliaia di parassiti che in questo momento tengono il paese sotto il tallone, succhiandone le energie vitali, mettendo le mani su tutto ciò che può avere valore per spartirselo, mangiarselo, condividerlo coi loro sodali (e non c'è destra o sinistra che tenga, quando ci si riferisce a questi figuri!)

Un'Italia come dovrebbe essere sulla carta e non è nella realtà.
Un'Italia da cui non c'è bisogno di fuggire, come purtroppo stanno facendo proprio in questi giorni molti miei amici di poco più giovani di me.
Si parla ogni tanto di "fuga di cervelli". Qui è in atto una fuga di cuori, una fuga di anime. Un giovane che voglia farsi una famiglia, metter su casa, trovarsi un lavoro, onestamente, senza chiedere lettere di raccomandazione o pagare mazzette a nessuno, è costretto a prendere seriamente in considerazione questa opportunità, che forse oggi non è neanche più così facile come dieci anni fa.

Voglio un'Italia in mano agli italiani, alla gente normale, che ha tutto il diritto di vivere senza essere scippata quotidianamente delle proprie speranze, dei propri diritti, della propria voglia di vivere.

lunedì 8 marzo 2010

Come si fa a votare PDL dopo il pasticciaccio delle liste regionali?

Quando ero bambino ero ingenuo, come tutti i bambini. Anzi, no, ero anche più ingenuo della media.
I miei amichetti giocavano a calcio ed erano tifosi. Io non giocavo a calcio perché non mi riusciva. Avevo i cosiddetti "piedi a banana": colpivo la palla per mandarla a destra ed andava a sinistra. Il risultato era ovvio: quando si facevano le squadre per giocare in cortile, io ero sempre l'ultima scelta e puntualmente venivo messo in porta per limitare i danni.
Per questi motivi il calcio non mi piaceva, né da giocatore né da spettatore. Non avevo una squadra preferita e non seguivo i risultati delle partite, ma questo mi rendeva "diverso" rispetto ai miei compagni di scuola e di giochi: quando mi chiedevano "tu per chi tifi?" io rispondevo che non mi interessava e loro mi coprivano di insulti.

Fu così - e qui rientriamo in tema col post odierno - che decisi di aver bisogno di una "squadra del cuore" per cui tifare, come tutti gli altri bambini.
Scelsi la Juventus. La scelsi per due motivi: il primo è che mi piaceva la maglia a strisce bianche e nere (con i colori ho sempre avuto poca dimestichezza, sono più il tipo da disegno al tratto) ed il secondo è che la Juve vinceva! Facile, no? Dovendo tifare per qualcuno, tanto vale farlo per un vincente. O per lo meno così la pensavo allora.
Ero veramente ingenuo! Così ingenuo da non rendermi conto di aver scelto come "squadra del cuore" quella più odiata dai miei amichetti, tutti rigorosamente "viola DOCG". Quando qualcuno di loro mi chiese nuovamente per chi tifassi, io risposi fiero come un'oca: "la Juve!". Quella volta anziché insulti arrivarono direttamente schiaffoni! Anzi, per usare un termine tecnico, "zuppe".

Ma lasciamo i miei amarcord (vi racconterò un'altra volta di come andò a finire l'epopea della mia scelta della "squadra del cuore") e restiamo in tema: è facile, comodo ed anche molto ingenuo fare il tifo per il più forte solo perché è il più forte.
Io sono convinto che molte persone che votano Berlusconi e la sua creatura politica, prima Forza Italia e ora il PDL, lo facciano perché vedono in lui un vincente, un "ganzo", uno che riesce sempre a fare quello che vuole. Si immedesimano in lui e sognano di trombare le donne che tromba lui, di farsi le vacanze in Sardegna che si fa lui, di avere uno stuolo di leccapiedi come ce l'ha lui, di avere i suoi soldi, il suo successo, le sue ville, le sue aziende... e lo votano, lui ed i suoi scherani, o meglio le sue liste, che tanto portano sempre e solo il suo nome come simbolo (vedi ad esempio la lista per il Lazio che recita "Berlusconi per Polverini").

Berlusconi come vincente, ed in effetti non si può negare che lo sia.
Peccato che lui pensi sempre a vincere per se stesso e non certo per gli ingenui che lo votano: le ville, le aziende, le donne, sono le SUE e non le divide di sicuro col popolino che fa la ola quando passa lui.

Adesso è scoppiato il bubbone delle liste per le regionali in Lazio e Lombardia: firme tarocche, autenticazioni mancanti o difformi, scadenze non rispettate, panini, telefonate... e la ciliegina sulla torta: il decreto "interpretativo".
Da cittadino onesto, rispettoso delle leggi (anche quando penso che non siano proprio giustissime), progressista, democratico, mi sono sentito molto offeso da quello che è successo. Penso anch'io che la democrazia sia stata stuprata una volta di più da questo ignobile cavillo.
D'altra parte capisco anche il sentimento di frustrazione degli elettori del centro destra all'idea di non avere le loro liste alle prossime elezioni. Anzi, altro che frustrazione, dovrebbero essere furibondi!

Ma con chi?

Dovrebbero prendersela con quei cialtroni dei loro rappresentanti che non sono stati capaci di fare la cosa più ovvia, scontata, prevedibile ed organizzabile del mondo: raccogliere le firme per le liste, farle autenticare per bene, presentarle agli uffici competenti entro i termini previsti.
E' l'ABC della democrazia! Dei politici di professione dovrebbero fare queste cose ad occhi chiusi, in scioltezza. Invece, in scioltezza fanno tutt'altro: mangiano panini, fanno telefonate, sistemano appalti, prenotano massaggi... e si scordano di fare le cose più elementari. Evidentemente questi signori hanno altre priorità e le regole del gioco, per loro, sono solo un'inutile perdita di tempo.

Se io fossi un elettore del PDL sarei furente contro i leader del mio partito per aver permesso a dei cialtroni di occuparsi di cose serie ed aver compromesso la partecipazione alle elezioni. Se io fossi un elettore del PDL vorrei veder cadere delle teste (metaforicamente parlando, s'intende!) per questa figuraccia!

E' un pensiero che ho avuto molte volte nei giorni scorsi.
Ma poi mi sono detto: io non sono un elettore del PDL. Non penso come un elettore del PDL. I miei sentimenti di onestà, rispetto, democrazia mi impediscono di votare PDL, quindi fra me e gli elettori del PDL ci deve, necessariamente, essere una grossa differenza.
E mi sono chiesto quale sia, questa differenza...

Ed ho ripensato a quando tifavo Juve.

L'elettore medio del PDL, quello che non è socio di Confindustria, che non partecipa agli appalti per le grandi opere, che non riscuote il pizzo, che non commercia voti di scambio... insomma, quella fetta di normale società civile che vota Berlusconi (esiste, sono convinto che esista), in che modo può valutare tutto questo pasticcio?
In un modo semplicissimo e che va molto a favore di Berlusconi: quando qualcosa ostacola il vincente, questo semplicemente aggiusta le cose, rimuove l'ostacolo e rimane un vincente! Un vincente è tale perché continua a vincere, sempre, anche quando le cose potrebbero mettersi male.

Ed è esattamente quello che fa Berlusconi. Vince. Rimuove gli ostacoli.
Rischio di galera? Si scende in politica e si risolve tutto.
Difficoltà a pilotare gli appalti? Si agisce in deroga ed in emergenza.
La magistratura non si rassegna? Qualche leggina ad hoc e la si rende cieca, sorda e con le mani legate.
Oppositori scomodi? Ci pensano i servizi segreti delle testate scandalistiche.
Programmi televisivi imbarazzanti? Editto bulgaro e successive repliche.
E se qualche passacarte del suo partito fa qualche pasticcio con le liste elettorali, lui fa un bel decreto per risolverlo e continua a vincere.

Quindi, tutti coloro che votano Berlusconi (e di conseguenza il PDL) perché è un vincente, continueranno a farlo, perché ha dimostrato ancora una volta di esserlo. Uno che alla fine la spunta sempre.

Ora sta agli altri, a tutti quelli che non votano Berlusconi o che si sono resi conto che non hanno più interesse a farlo, di darsi un po' da fare e risolvere questo grave problema che sta compromettendo irrimediabilmente la democrazia nel nostro paese. Tutti quelli che puntano su regole uguali per tutti, onestà, integrità (da destra e da sinistra: questi non sono valori di un solo schieramento!) è bene che si spremano le meningi ed inventino un modo onesto, legale, etico, per dare un sonoro benservito a quel signore (e cialtroni annessi).

E bisogna far presto!
Prima che anche l'articolo 1 della costituzione (quello che recita "L'Italia è una REPUBBLICA DEMOCRATICA, fondata sul lavoro. La sovranità appartiene AL POPOLO, che la esercita nelle forme e nei limiti della Costituzione.") venga interpretato in altro modo dal Governo.


Per concludere un breve messaggio al nostro Ministro dell'Interno, Roberto Maroni (e sottolineo Ministro! Dell'Interno!!! Cioè, mica uno che passava di lì per caso...).
Cito dalla stampa le sue parole: "Le norme vigenti non sono modificate ma si è data una interpretazione autentica, affinché il Tar possa applicare la legge in modo corretto secondo l'interpretazione che il legislatore, in questo caso il governo, dà alla legge."

Signor Maroni, alle elementari ad Educazione Civica mi hanno insegnato che il governo detiene il potere esecutivo, mentre al parlamento spetta il potere legislativo. Allora, premesso questo, chi dei due rientra nella definizione "il legislatore": il governo o il parlamento? Prenda tempo, non abbia fretta, ci rifletta bene...

Ora aspettiamo sessanta giorni e vediamo se "il legislatore" concorda con il governo (Ops! Ho dato la risposta!!!). Fra l'altro sessanta giorni finiscono DOPO le elezioni. Se il parlamento non convertisse in legge il dl interpretativo, cosa succederebbe? Elezioni invalidate? Bisogna rifare tutto da capo?

martedì 19 gennaio 2010

Che cos'è il Popolo Viola?

Giovedì 14/1/10 ho partecipato alla riunione del Popolo Viola di Firenze che si è tenuta all'SMS Andrea del Sarto. Ho seguito con molta attenzione la prima fase del dibattito, in cui si discuteva di temi più generali, ed ho rimuginato per tutto il tempo alcune osservazioni che volevo condividere, ma che faticavo a riordinare mentalmente. Ho pensato allora di scriverle e di postarle qui.

La cosa fondamentale che penso si debba chiarire è: chi siamo?
Che cos'è il Popolo Viola di Firenze? Ma prima ancora: che cos'è il Popolo Viola?

Il Popolo Viola è un MOVIMENTO: una moltitudine magmatica e variegata di persone che si sono riconosciute il 5 dicembre 2009 in una parola d'ordine collettiva, per rivendicare la quale si sono mobilitate.
La parola d'ordine era semplicissima: "Berlusconi, dimettiti! Berlusconi, fatti processare!"
Se vogliamo, da questo concetto ne possiamo derivare molti altri (rivendicazione della legalità, difesa della costituzione, no alla mafia nello stato, no alla politica corrotta, difesa della magistratura, ecc.) ma prima di cominciare a dettagliare e specializzare, col rischio di dividere e confondere, io penso che si debba fermarsi un attimo qui, sulla parola d'ordine iniziale che ha saputo mobilitare "90000" persone che hanno fatto una meravigliosa manifestazione a Roma. Così meravigliosa che sembravano un milione!

Nello slogan "Berlusconi, dimettiti! Berlusconi, fatti processare!" ci si possono riconoscere tantissime persone, anche estremamente diverse fra di loro.
In piazza ho visto tanti militanti dei partiti post-comunisti italiani, ma c'erano anche militanti dell'IDV, c'erano sicuramente molti moderati. Forse in piazza non c'erano, ma sono convinto che anche molte persone di destra si riconoscano in questa frase: tutte quelle persone che pensano che i meriti debbano essere premiati e che i delinquenti debbano essere puniti. Sono sicuro che esistano!
E' un concetto sicuramente trasversale rispetto agli orientamenti religiosi: un ateo, un agnostico, un cattolico, un musulmano. che cosa dovrebbe fare distinzione, quando si sta parlando di lasciare che un pluri-inquisito sia processato e che non si nasconda in parlamento, al governo, a farsi le leggi su misura per scampare il carcere? Niente, io credo.

Quindi io vedo il Popolo Viola come un nutrito gruppo di persone di tutte le età, di tutte le religioni, di tutti i sessi, di tutte le professioni, accomunate dal desiderio di vedere Berlusconi in tribunale a rispondere di ciò che gli viene contestato.

Sono convinto che queste persone siano qualche milione, in Italia. Un milioncino, più o meno, l'abbiamo visto manifestare a Roma, ma di sicuro per ogni persona che ha trovato il tempo e la possibilità di partecipare alla manifestazione, ce ne saranno almeno tre o quattro che non hanno avuto modo di farlo.
Viceversa, ogni 40, 50, 100 persone che sfilavano nel corteo ce n'erano due o tre che si erano prese la briga di preparare la manifestazione: scrivere, stampare e distribuire volantini, edificare chioschi, noleggiare pullman, diffondere la notizia.
All'indomani del 5/12, è su queste persone che io ho riposto le mie speranze, convinto che non avrebbero mollato dopo aver visto il successo della manifestazione. Ero sicuro che i promotori e gli organizzatori, a tutti i livelli, dalla capitale fino al più sperduto paesino di periferia, avrebbero avuto voglia di continuare, di mantenere i contatti, di darsi da fare per non fermarsi lì. Ed infatti sta proprio succedendo così: c'è stato un incontro nazionale a Napoli, si stanno promuovendo sit-in in tutta Italia in difesa della costituzione, si stanno consolidando localmente dei gruppi di persone che prima del 5/12 neanche si conoscevano ma che adesso hanno voglia di collaborare per realizzare insieme qualcosa di concreto.

Allora la risposta alla domanda iniziale è: il Popolo Viola è una creatura sociale a densità non uniforme.
. E' composta da un piccolo popolo di volonterosi che si è dato da fare per organizzare la manifestazione del 5/12 e che continua a restare in stato di agitazione.
. Poi è composta da un milione di persone circa che sono disposte a sacrificare una domenica del loro tempo e qualche decina di euro dei loro soldi per sfilare pubblicamente e gridare ad alta voce: "noi ci siamo, non ci siamo bevuti le falsità che ci propinate ogni giorno da giornali e TV e non staremo inerti a guardarvi rovinare il nostro paese".
. Poi è composta da qualche altro milione di simpatizzanti, che condividono l'idea ma che non hanno modo o volontà di fare qualcosa di più.
E poi penso che esista anche qualche altro milione di persone che avrebbero il potenziale per far parte del Popolo Viola ma che si fanno distrarre dagli impegni e dagli svaghi, che non seguono volentieri la politica perché "è tutto un magna-magna" e preferiscono ritirarsi nella loro sfera privata, senza guardarsi troppo intorno. Queste persone, se opportunamente stimolate ed informate, potrebbero facilmente cambiare idea, almeno su una cosa così basilare e fondamentale come non essere governati da un corruttore in odor di mafia.

Come può muoversi questa creatura "a densità non uniforme"? Come è nella sua natura: in modo non uniforme. Il suo obiettivo è chiaro, ma non è affatto semplice da raggiungere e quindi ci sarà bisogno di darsi da fare su più fronti, con iniziative diverse, cercando di valorizzare anche le differenze fra gruppi diversi che ne fanno parte. L'unico limite alle possibili iniziative è la nostra fantasia. Ce ne saranno alcune più efficaci, altre meno. Ce ne saranno alcune condivise da tutti ed altre che faranno storcere il naso a qualcuno, ma la cosa che non dobbiamo scordare è che il Popolo Viola è un movimento, costituito da realtà molto diverse fra loro, che possono avere valori e opinioni molto diverse fra loro, salvo il fatto di essere tutti accomunati dal desiderio di vedere B. in tribunale a rispondere delle sue azioni.

E' molto importante avere ben presente questa cosa.
Il Popolo Viola non è un partito. Non esiste la tessera di iscrizione, non esiste un filtro alle adesioni,
Chiunque può farne parte se solo lo decide e condivide la causa comune.

Non esistono le "sezioni" o i "circoli" ufficiali, chiunque può formare un gruppo viola come e quando vuole, indipendentemente da quelli che già esistono. A Firenze per ora ne esiste uno solo, ma io spero che presto se ne formino altri. Il gruppo Facebook "Il Popolo Viola Firenze" conta più di duemila iscritti, mentre alla scorsa riunione eravamo circa una trentina. Molti altri possono cominciare a riunirsi ed a decidere di fare qualcosa di concreto.
Più gruppi locali significa più attività, più autonomia, anche più comodità di partecipare.

Il Popolo Viola non ha comitato centrale, non esiste una "direzione". Al massimo possono esserci dei "leader" riconosciuti ma non sono investiti da nessuno e non hanno garanzie di restare tali. Chi ha aperto un gruppo su FB è solo uno come gli altri. E' proprietario del gruppo su FB ma non certo del Popolo Viola nella vita reale. E lo stesso vale per chi si è sbattuto per organizzare la manifestazione del 5/12: aver fatto volantinaggio, aver organizzato i pullman, aver tenuto i chioschi, sono tutte cose ottime di cui tutti siamo grati, ma non significa che il Popolo Viola sia appannaggio solo di queste persone.
Allo stesso tempo, è comprensibile che queste persone restino naturalmente un punto di riferimento: che gli altri guardino a loro come ad una guida, perché hanno già dato prova di fare sul serio e di avere passione e dedizione alla causa comune.
Dobbiamo avere ben presente la differenza fra l'autorevolezza di chi viene riconosciuto spontaneamente come leader e la carica di un rappresentante che viene nominato tale durante un'assemblea, mediante una votazione. Sono due cose diverse, entrambe legittime, ma si applicano a contesti diversi. Il Popolo Viola, almeno per ora, come qualsiasi movimento non ha un "capo" eletto, non ha un "vertice" eletto, non ha "funzionari", non ha "segretari provinciali o comunali".

Infine, ancora più importante, il Popolo Viola non ha centralismo: le decisioni non vengono prese da un "vertice" che non c'è. Chiunque può proporre un'iniziativa e chiunque può decidere di aderire, farla sua e metterla in pratica. Non è necessaria la perfetta coerenza di operato fra tutti i membri del Popolo Viola. Non è necessariamente un male che ci siano moti scoordinati, perché la natura molteplice dei movimenti porta necessariamente ad una molteplicità di punti di vista, di sensibilità, e quindi di iniziative concrete che ne derivano.
Qualcuno riterrà più utili i sit-in, qualcuno preferirà fare controinformazione sulla rete, qualcuno sceglierà iniziative eclatanti tipo i flash-mob, qualcuno appoggerà atti simbolici più "soft" come regalare sciarpe o saponette ai parlamentari... e qualcuno magari organizzerà dei gruppi di preghiera, perché no? Se le suore orsoline decidessero di indire una settimana di preghiera perché B. rinsavisca, si dimetta e si faccia processare, potrebbero a pieno titolo dire di essere parte del popolo viola!

Perché il Popolo Viola è un movimento.
Non è religioso e non è laico. Non è etero e non è gay. Non è bianco e non è nero. Non è di destra e non è di sinistra. Non è giovane e non è anziano. Non è precario e non è imprenditore. Non è povero e non è benestante. O meglio, è tutte queste cose e molte altre ancora, ma non è questo che lo caratterizza.
L'unica cosa che caratterizza il Popolo Viola è che tutti i suoi partecipanti vogliono vedere Berlusconi dimettersi ed andare ad affrontare civilmente i suoi processi, senza tentare di violentare la legge e lo stato per pararsi il culo. Punto.
Non ci sono altri scopi. Il Popolo Viola non è nato per combattere la fame nel mondo, il capitalismo, il comunismo, la discriminazione sessuale, il razzismo, l'inquinamento, l'effetto serra, la vivisezione, la lobby delle case farmaceutiche, il digital-divide, l'analfabetismo di ritorno, l'elettrosmog, i PM10, le zecche sui treni, l'incompetenza dei manager ed i loro compensi miliardari, il precariato, l'ignoranza, la maleducazione, la sporcizia, il calo delle vocazioni, la perdita della fede, il cinismo, l'egoismo o chissà che altro... tutte cause onorevolissime (secondo i punti di vista!) ma che non hanno niente a che vedere con la ragion d'essere della manifestazione del 5/12 scorso e, di conseguenza, del Popolo Viola.
Se cominceremo ad inserire altri argomenti nel Popolo Viola, cominceremo a dividerci, ad evidenziare le differenze che ci sono e sono tante! Perché siamo tanti, siamo diversi, abbiamo tanti cervelli e tanti cuori diversi, mentre quello che ci unisce è una singola cosa ben precisa che tutti noi desideriamo con forza:

"Berlusconi, dimettiti! Berlusconi, fatti processare!"