venerdì 12 settembre 2008

Aiuto, mi schiaptchano!

Di recente sono stato stimolato ad interessarmi di “captcha”.

Sapete che cos’è un captcha? Dalle mie prime esperienze avevo dedotto che si trattasse di una specie di parassita della rete, un piccolo bacarozzo alfanumerico contorto che vive in piccoli riquadri confusi e rumorosi e che infesta numerosi siti internet, in particolar modo i blog e qualsiasi altro sito richieda degli input manuali da parte dell’utente.

un esempio di captcha
In seguito, approfondendo le mie indagini, ho scoperto che “captcha” in realtà è una specie di acronimo (un po’ storpiato, all’americana) e che significa, più o meno letteralmente, “metodo automatico per distinguere gli umani dalle macchine”. Il sogno (o l’incubo?) di Philip Dick! Una razza di precursori (o epigoni?) dell’analizzatore Voight Kampff (dotati, fra l’altro, di un look decisamente meno inquietante).

Blade Runner
Quindi i bacarozzi di cui sopra sono solo UNA possibile realizzazione di captcha.
Un metodo completamente diverso può essere, per esempio, di porre domande “intelligenti” all’interlocutore. Domande a cui una macchina non saprebbe rispondere. Ti mostro una foto e ti chiedo “è un cane o un cavallo?”. Per ora i computer fanno ancora fatica a distinguere fra i due.

quale dei due?
Oppure ti mostro un puzzle grossolano di una foto di un personaggio famoso e ti chiedo di riconoscerlo.

cosa avrà voluto dire?
Tutte queste informazioni le ho trovate in parte sulla wikipedia ed in parte sul sito dedicato ai captcha della Carnegie Mellon University. Quest’ultima è anche promotrice di una simpatica iniziativa che sfrutta l’applicazione dei controlli antispam per migliorare le scansioni OCR di alcuni testi antichi o rovinati. Due piccioni con una fava! Si chiama reCaptcha e mi è già capitato di trovarla applicata qua e là sui siti della rete. Tenetela a mente perché ci ritorneremo sopra... (quando faccio così mi sembro Lucarelli!)

Sul sito captcha.net c’è un altro link che ha attirato il mio interesse. Si chiama Gwap e contiene “giochi captcha”. Dice il sito: “Gioca con dei giochi che i computer non possono giocare! Il nostro nuovo sito contiene molti giochi da cui non riuscirete a staccarvi e che aiutano i computer ad imparare a pensare in modo più simile agli umani. Voi giocate ed i computer diventano più intelligenti”.

Interpretandolo alla lettera, ci sarebbe da preoccuparsi! Viene subito in mente Hal 9000, il computer superintelligente di “Odissea nello spazio”, che si era evoluto a tal punto da desiderare di togliere di mezzo quegli imperfetti esseri umani che ancora pretendevano di comandare su Sua Perfezione.

Giro girotondo, io giro intorno al mondo...
O ancora, quel brillante raccontino di Fredrick Brown che si intitola “La risposta”, in cui al nuovo supercomputer galattico, appena acceso per la prima volta, viene posta la domanda fatidica: “Esiste Dio?”. Quello risponde “Sì, adesso Dio esiste!” e subito dopo stecchisce con un fulmine il tizio che si stava gettando sull’interruttore principale per spegnerlo.

Ma non è proprio il caso di preoccuparsi. I giochi di Gwap non servono affatto a far diventare intelligenti i computer. Servono invece a migliorare i motori di ricerca: mediante l’interazione con l’utente, vengono associate parole a contenuti mediatici non verbali (immagini e suoni). In questo modo un motore di ricerca può fornire risposte non verbali a ricerche verbali, cosa che al momento non gli riesce benissimo. Avete mai provato a cercare un’immagine con Google Immagini? Funziona piuttosto male.
Qualche tempo fa mi era stato segnalato Retrievr, un motore di ricerca grafico, in cui si DISEGNA quello che si sta cercando (oppure in alternativa si cerca un’immagine “simile” ad un’altra che viene indicata via link o upload). Idea fantastica, ma i risultati fanno un po’ pena. Forse il problema è che ricerca le immagini solo su Flickr e quindi il database è piuttosto limitato (sono solo immagini originali inserite dagli utenti) o forse è che proprio non ci capisce gran ché. Ho provato ad uploadare una mia foto e mi è uscito questo:

Questo mi somiglia???
Qualcuno dei miei amici sicuramente sarà d’accordo con l’associazione. Ma ce ne sono altre anche più improbabili. Per i più curiosi, le ho appoggiate su Imageshack.

Va detto però che coi colori è eccezionale: se volete delle immagini di cui non vi interessa il soggetto ma solo la resa cromatica, allora Retrievr è quello che fa per voi. Provare per credere...

Ma torniamo ai giochini di Gwap. In “ESP game” gli utenti, incentivati da un meccanismo “uno contro uno” a punti e a tempo (che li fa essere ancora più produttivi, ovviamente a gratis, alla faccia dei precari che lavorano nei call-center), associano delle parole alle immagini e quindi sarà poi possibile ricercare quelle immagini “descrivendole”, proprio come si cerca di fare adesso con Google, ma con risultati decisamente migliori.

“Tag a tune” funziona in modo simile ma per la musica: si danno descrizioni testuali di brani musicali. Idem con patate: forse un giorno riusciremo a scaricare un brano di musica digitando sul motore di ricerca “vorrei ascoltare qualcosa un po’ grunge, un po’ heavy, ma con un po’ di dolcezza triste alla Mark Lanegan e dei violini”.
O forse no!

Più inquietante invece “Matchin”, il gioco che cerca di capire quali immagini sono più “attraenti” per l’utente. Qui si va ad indagare i gusti personali… sembra quasi un test psicologico… però lo si fa in due e si totalizza un maggior punteggio se si fanno le stesse scelte… una specie di test automatico per la ricerca dell’anima gemella (non a caso, alla fine si apre pure una finestra di chat per comunicare con l’altro giocatore), oppure un omogeneizzatore di gusti, in cui i campioni sono coloro che riescono a fare le scelte più popolari del momento… una specie di sindrome di Zelig all’ennesima potenza!

Zelig
Ma io, in realtà volevo parlarvi di tutt’altro e cioè del fatto che... hemm... ma forse è meglio che ne parliamo un’altra volta. Per oggi mi sembra che possa bastare...


Nel prossimo intervento parleremo quindi di egemonia linguistica veicolata dalla rete. Non mancate!

Nessun commento: