Il cartello grande recita "salsamenteria". Io, che sono fiorentino (e brontolone) ho subito pensato "Che nomi stravaganti che usano da queste parti! Chissà cos'è una salsamenteria... un negozio che vende salse alla menta? Ah, ah, ah!"
Insomma, facevo lo spiritoso (scarso) fra me e me, coltivando però nel frattempo un germoglio di curiosità sul significato esatto del termine. Eh già, perchè oltre che brontolone sono anche pedante e sono un accanito sostenitore dell'importanza fondamentale della proprietà di linguaggio. Mi diverte sfogliare il dizionario alla ricerca di parole sconosciute, mi stizzisco quando vedo o sento giornalisti, speaker e politici usare la lingua italiana come fosse uno straccio da pavimenti, correggo le frasi dei miei amici: un vero piantagrane!
Stavolta però sono rimasto fregato! Sul sito internet del dizionario DeMauro ho trovato la laconica definizione di salsamenteria: "regionale, toscano, salumeria". Ma come? Parto da Firenze con tutto il mio bagaglio di luoghi comuni linguistici ("lavare i panni in Arno" e "la vera lingua italiana è quella che si parla a Firenze" evvia evvia...) e mi tocca scoprire a Roma un termine tipicamente toscano che non ho mai sentito nominare in vita mia?!?!? Disfatta!
Devo però dire che la definizione non calza molto con le altre insegne più piccole che recitano "emporio" e "casalinghi"... quale sarà la soluzione dell'enigma? So che l'Accademia della Crusca si è espressa in merito, ma al momento non sono in grado di recuperare l'articolo...